1° classificata
Rosalba De Paoli Pozzi
Incantesimo
Passa tra gli abeti il vento
ed è musica.
Canne d’organo, delicate arpe
sono i tronchi e i rami del bosco
e tu guardi sul limitare
la lama di luce
che si muove col vento.
Il canto degli uccelli
è grida di bambini
e lontano il torrente
sussurra tenere parole.
Il vento accarezza
e scuote ogni cosa.
Ma poi viene la sera.
Si ode appena il tenue respiro del bosco,
il lontano fruscio del torrente:
e tu naufraghi,
seguendo la prima stella.
La cascata
Bosco scosceso
macchiato di sole,
una gola coperta di muschio
e lucide, piccole foglie
di rododendro.
Davanti al muro di roccia
fili d’argento:
è l’acqua che casca.
Verde tappeto
le umide alghe.
Il sole filtra quest’ombra oscura
dal leggero sentore di morte.
2° classificata
Ambrogina Sirtori
Bosco e torrente
Garrulo torrente
dalla voce canterina
dimmi: che vedi in Valle Spluga,
lungo il tuo cammino?
Amico bosco,
vivo l’incanto d’albe e tramonti
che colorano rocce torreggianti.
Vedo bianche case adagiate
sul molle velluto dei prati
come dadi su tappeti da gioco,
laghetti azzurreggiati
e boschi misteriosi come te.
Vedo valligiani operosi
ripulire boschi, arginare torrenti…
Amico che saltelli tra le rupi
conosco i valligiani:
gente tenace, paziente
abbarbicata alla sua terra,
innamorata dei suoi monti!
Le montagne sorridono, contente.
E cingono la Valle
in un materno abbraccio.
3° classificata
Andrea Comalini
Val Loga
Camminare tra i massi
leggeri
e rotolare
su muschio brucato
rialzarsi e camminare.
Annusare il pascolo
cercare
lontano il muggire
rumore come di pace
campanacci
suonare.
Rigenerarsi nell’acqua
immergere
le mani e ripartire
dove il cielo cade
sorridere.
Frontiera
Montespluga è bella
con gli amici
la chiamiamo Frontiera
è come se l’Alaska
fosse dietro al Groppera.
Gracchio nero
ombra di stambecco
cozzanti corna
corallino becco.
Tana di marmotta,
buco da ermellino,
sprofondando negli Andossi,
scivolando su ghiaccio alpino.
Semplice,
leggera,
poesia
forse preghiera
tra le mura,
la notte
fuori la bufera.
4° classificata
Silvestro De Simone
La vetta
Per valli ombrose
di faggi millenari,
seguendo aspri sentieri
che l’occhio
fra l’erbe alte
roride di rugiada
a fatica distingue,
ho raggiunto la vette
baciata dal sole.
Quant‘è piccolo
il mondo laggiù,
quanti nani s’affannano
in misere cose!
Qui l’aria è fina
ed i pensieri più puri,
vedi fiori solitari
di rara bellezza,
odi il ruscello cantare
nel suo letto di pietra
ed il vento sussurrare
infiniti silenzi.
Qui, nel dolce
appassire dei sensi,
l’anima nuda
incontra se stessa.
5° classificata
Domenico Livoti
Canzone del merlo acquaiolo e dell’emigrante
C‘è un ricordo di aride fiumare
nel mio aspro cuore d’emigrante,
c‘è un bisogno di acqua corrente
per diluir quelle immagini amare.
“Cos‘è quel magico volo
sulle note di acque ridenti?”
“È la gloria di un merlo acquaiolo
è il riflesso di ali lucenti!”
La mano tenta di fermare il flusso
ma i pensieri la sorpassano veloci
alla ricerca di quegli attimi felici
che per un animo straniero sono un lusso.
“Dov‘è quel merlo dal petto bianco
che spia il canto d’argentati temoli?”
“È lì su un masso al sole, forse stanco
ebbro di danze e di voli fievoli!”
Non tenterò di rotolare a mare,
fermerò qui al nord la mia mente,
racconterò la mia storia al torrente,
a star con me dirò a lei di provare!
Bagliori d’oro nel bosco novembrino
Affrettato!
Se no non vedrai
brillare al sole
l’oro vecchio dei larici
negli ultimi sussulti di Novembre!
Affrettati!
Già si fonde nel fulgore della neve
la gialla patina di nobiltà antica
di un bosco che s’appresta a ritirarsi
sotto il bianco manto dell’Inverno.
Affrettati!
Sono queste le cose buone del mondo.
Le ricchezze
che s’accumulano nel cuore
per render lieve lo Spirito Immortale.
6° classificata
Elena Sideri
(senza titolo)
Sono arrivato su per un sentiero
con gli occhi alla terra
e le spalle curve.
Giunto alla cima
ho lasciato lo sguardo
perdersi in tanto splendere.
Cime bianche
lontano e vicine,
cieli su cieli
nuvole dentro nuvole
toni di colore che illuminano l’anima.
Ho respirato a pieni polmoni
ma il respiro s‘è rotto a metà.
Mi sono voltato
t’ho cercato accanto a me
ma tu non c’eri a continuare il mio respiro.
A fondere i tuoi battiti nei miei
come quando arrivavamo insieme
e ci lasciavamo rapire dall’infinito spazio.
La lacrima me l’ha asciugata il vento
che mi ha avvolto come in un abbraccio
scuotendomi dallo sgomento.
È stato il tuo abbraccio.
Ho girato il capo
e nella montagna che mi guardava
ho trovato il tuo essere roccia
sulla quale ho riposato ricevendo forza.
Nel silenzio che mi ha calmato
c’erano le tue carezze lievi piene d’amore
a consolarmi il cuore.
Il volto libero dell’aquila
che ha disegnato per me
lettere d’amore nel cielo terso
è stato il tuo volo, libero, nell’infinito
dove so che mi attendi.
7° classificata
Giuliana Buratti
Tra voci sfuggenti
Guarda, figlio mio
come ti vien vicino il bosco
nel varcare l’arco dei castagni,
guarda il tappeto steso dalle foglie,
il saluto delle felci
e i rovi, che ti prendono per mano.
Guarda nei solchi odorosi,
i muschi, gli anfratti,
gli alberi curvi,
sotto l’eterno peso del cielo
e lor radici, salde e vive,
nella terra fonda.
Ascolta, figlio mio,
come tra voci
e rumori sfuggenti,
s’ode correre il corrente.
Ascolta come nei gorghi
girar fa l’acqua,
curva sui sassi, rimbalza,
gorgoglia, salta e cade
in un seguir d’audaci cascatelle.
Ascolta come fremendo
lascia la valle, si trova una via
per andar lontano
a regalare la sua spuma
che, di neve, ancor profuma.
Guarda e ascolta,
figlio mio,
e immagina, adesso,
che io sia
del bosco la quiete
e tu,
dirompente, quell’energia.
8° classificata
Mara Favaretto
Grande Montagna (Valle Spluga)
Cappelli bianchi adornano
il tuo capo
alta imponente austera
in un’aureola turchese
abbracciata dal sole
silenziosa emergi
dal profondo valle
dama preistorica
vestita di verde a fiori variegati
antichi sentieri incontaminati
intrecciano vispi torrenti
in una natura senza fine.
Valle Spluga
Camminare a valle
tra arbusti fitti e boschi variopinti
in un’esplosione di primule gialle
scaldarsi ai raggi del sole
che sveglia dal letargo
lo spirito più stanco
ascoltare il silenzio della natura
lo sfregarsi dei rami degli alberi
mossi dal vento
sentire profumo di resina e pino
che inebria la mente
in un’estasi di libertà
per ricaricarsi
bagnarsi al torrente
che impetuoso scorre a valle
portando con se ciottoli
bagaglio amorfo
di antica data.
9° classificata
Fernanda Nicolis
(senza nome)
L’acqua canta e sogna
sotto la trina fitta del bosco
e la sua canzone
è sospiro di cristallo
e il suo sogno
è tremolio di stella
e nell’acqua chiara
abeti sdraiati…
giunchiglie gialle
e pensieri – come ricordi – dormono cullati
da braccia d’argento.
10° classificata
Adriana Scarpa
Si infiammano le cime dei larici
Cascatelle e vortici
ruscellano nel sottobosco
fanno sonora l’abetaia.
Nella penombra
le creature dell’acqua
sciolgono a filigrana
i lunghi capelli, li ornano
con fiori di rododendro.
Tra i cespugli bassi del mirtillo
un picchio
lascia cadere scaglie di pigna.
Presenze invisibili
riempiono l’aria di brusii, di voci.
Percepisco appena
il balzo fulvo dello scoiattolo
tra i rami alti che ancora
impigliano qualche trina di nebbia.
Poi si infiammano
le cime di larici e faggi,
un diadema di colori
si accende sopra la mia testa
e incorona re il bosco grande
in questi giorni splendidi
d’autunno.
Fra le cime dei larici
Piccoli lumi nella notte
i frammenti di costellazioni
che filtrano
tra le cime alte dei larici.